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Fratel Luc Dochier è nato nel 1914 nel drome. Dopo i suoi studi di medicina, fa il suo servizio militare in Marocco e quindi entra nell’Abbazia di Aiguebelle nel 1941 come fratello converso,  statuto che si augurerà di avere per tutta la vita.  

Bel 1943 parte come prigioniero volontario in Germania per sostituirsi ad un padre di famiglia.

Di ritorno a Aiguebelle, raggiunge Tibhirine nel 1946 et in breve tempo gli viene chiesto di aprire un  dispensario per curare la popolazione dei dintorni. Eccettuate piccoli periodi di assenza, vi resterò fino alla fine malgrado un fisico sempre più degradato.

Durante la guerra d’indipendenza del 1959 è rapito una prima volta con un altro fratello. Stimato e rispettato da tutti, assiste fino a un centinaio di malati al giorno ed ha un grande posto in Comunità, grazie alla sua saggezza et al suo senso dell’umorismo.

 “siamo ancora vivi. Ho ancora superato gli 80 anni (…) alla mia età bisogna guardare gli avvenimenti della propria esistenza senza amarezza. Tutti i giorni camminiamo verso l’anniversario della nostra morte. Sulla superficie della nostra vita gli eventi si susseguono come le onde che non modificano la profondità del lare né il senso della nostra vita, che deve essere sempre un cammino verso Dio. A 80 anni si oltrepassa la soglia piena di misteri, dove  - come dice l’Ecclesiastico – le canzoni tacciono e camminare fa paura. Ma la misericordia di Dio è infinita e il suo amore immenso. E’ dunque senza timore che si deve approdare sull’altra riva. Se non muoio di morte violenta, ma di malattia, vorrei che negli ultimi istanti si leggesse una pagina del Vangelo: “Il figlio prodigo”, colui che ritorna verso il Padre, il quale gli tende le braccia; e che mi si dia da bere dello champagne per dire addio alla terra che è così bella e che ho amato”   (lettera alla famiglia, 12 febbraio 1994).

Paul Dochier, che diventerà Fratel Luc in religione, è nato il 31 gennaio 1914 a Bourg nella Drome.

Ha una sorella e un fratello. Cominciati nella scuola Saint Maurice a Romans, poi perseguiti all’ Istituzione  Notre-Dame e nel seminario minore di Valence, i suoi studi lo conducono alla maturità e quindi si orienta verso la medicina alla facoltà di Lione.  Riuscito il concorso di esterno nel 1934, sarà fino all’aprile del 1937 ammesso come studente all’ospedale “Grange blanche” di Lione.

Nell’aprile 1937 sparisce, e i suoi compagni di esternato non sapranno che più tardi cosa sia diventato. In effetti, in seguito a maturazione interiore,  di cui non si sa molto, lui si presenta all’abbazia di Aiguebelle, dove sarà ormai a tempo parziale, poiché, su consiglio del Padre Abate, terminerà i suoi studi di medicina, ma in un altro ospedale: l’Antiquaille. Da notare che mentre esitava fra clero secolare et vocazione monastica, una visita a Marthe Robin  l’orienta definitivamente verso il chiostro.

Termina Medicina ed è nominato supplente a l’ISSU del concorso dell’internato nell’ottobre 1938, e presenterà con successo la sua tesi il 4 aprile 1940, durante il servizio militare, che comincia nel 1938 nella caserma Jeanne d’Arc di Villeurbarne. Lascia, poi, la Francia come medico luogotenente il 22 gennaio 1939 per una affettazione nel sud del Marocco, che gli darà l’amore del Magreb.

Liberato dagli obblighi militari, il 7 dicembre 1941 entra allora completamente nella vita monastica ad Aiguebelle. Dopo una prima vestizione di monaco corista, ottiene di realizzare il suo “voto” di umiltà, e il 3 dicembre 1942 prende l’abito di fratello converso, al quale sarà attaccato tutta la vita, scegliendo di restare tale anche dopo l’evoluzione post-Vaticano II.  Resosi volontario per andare a sostituire un medico, padre di una famiglia numerosa , in un campo di prigionia in Germania, parte però il 26 aprile 1943 per l’Olfag VIA, nella Ruhr, dove suo cognato, Charles Laurent, è anch’egli prigioniero.  Nel tempo della prigionia curerà numerosi prigionieri, soprattutto russi, fino a condividere con loro una quarantena nel corso di una epidemia di tifo, di cui lui stesso sarà colpito. 

IL 5 luglio 1945, liberato, rientra all’abbazia di Aiguebelle. Dopo aver pronunciato i suoi voti temporanei, il 15 agosto 1946, è inviato a Notre-Dame de l’Atlas, “figlia” di Aiguebelle. Arriva in Algeria il 28 agosto 1946, giorno della festa di Sant’Agostino, e molto presto, oltre ad altri servizi di vita quotidiana, si occupa di un dispensario a servizio della popolazione povera e malnutrita, andando anche a curare nella campagna, almeno agli inizi, quando la salute glielo permette ancora.  Il 15 agosto 1949, fa professione solenne come fratello converso a Tibhirine. 

Durante la guerra d’indipendenza è rapito con il fratel Matthieu dal ANL/Villaya 4 in rappresaglia dell’arresto e della morte di un   imam di Medea pro FLN da parte dell’esercito francese. Sofferente di asma, le due settimane di questa prigionia sono per lui una dura prova fisica e morale, anche se i due saranno poi liberati senza aver subito violenze oltre al passare da un nascondiglio all’altro nella montagna. Al periodo dell’indipendenza e negli anni che seguirono, lascerà due volte l’Algeria a causa delle forti incertezze sull’avvenire dell’Abbazia e il mantenimento del dispensario; sarà nel 1962, verso l’Abbazia di Orval, in Belgio, e nel 1964 all’Abbazia di Notre-Dame des Neiges, in Franci, da dove, nel 1965, ritorna a Tibhirine per restarvi fino alla morte, perseverando nel servizio del dispensario e in altri servizi annessi. Il suo stato fisico non era buono: cuore, reni, asma… e questo l’obbligherà  a qualche raro passaggio in Francia, dove i suoi amici medici lionesi gli faranno passare esami e interventi.

Malgrado tutto questo,  riceveva molti malati, fino a 150 al giorno, fornendo gratuitamente le medicine che sollecitava presso i suoi amici e conoscenti in Francia. Grazie a ciò che riceveva, aiutava anche economicamente e materialmente le famiglie molto povere e soprattutto le donne in situazione difficile. Per molti era anche un confidente, medico dei corpi e delle anime…

Conosciuto a chilometri di distanza, era amatissimo dalla popolazione, nonostante il suo parlare franco.  Come diceva lui stesso, ha sempre curato quelli che gli si presentavano, senza cercare di sapere chi c’era dietro al sofferente, e questo gli valse la diffidenza dell’esercito francese durante la guerra d’indipendenza, e – più tardi – delle autorità algerine durante il terrorismo.

Una frase che riassume i suoi ultimi anni.

“la mia presenza non è necessaria, ma forse utile. Il 31 gennaio avrò 82 anni, sono malato – cuore e polmoni – ma, finché resta un po’ di giorno, in un contesti difficile, io mi devo [dare] agli altri e non posso proprio lasciare Tibhirine. “Che il tuo regno venga”. Non bisogna cercare che cosa sia questo “suo”.

Sarà rapito con i suoi 6 fratelli la notte fra il 26 e il 27 marzo 1996. Nella cassetta inviata dal GIA un mese dopo il rapimento, la sua voce è normale, e sembra anche ironizzare sui suoi rapitori, restando fedele al  [suo] umorismo talvolta un po’ nero, che manteneva in ogni circostanza.

Per saperne di più :

Vedere il DVD “Fratel Luc, monaco  di Tibhirine”, realizzato da Silvère Lang, AME (Comunità di Chemin Neuf), rue Henri IV – Lyon.

Leggere “Frère Luc, la biographie ” (Bayard 2011) de C. Henning et Dom Thomas Georgeon. En français.