L’assenza di Dio conduce alla decadenza dell’uomo e dell’umanesimo. Ma dov’è Dio ? Lo conosciamo e possiamo mostrarLo di nuovo all’umanità per fondare una vera pace ?
(Benedetto XVI, Assisi, 27 ottobre 2011)
L’esperienza singolare condotta a Nostra Signora dell’Atlas, costituisce una grande fonte d’ispirazione per le relazioni fra cristiani e musulmani.
La Comunità di Tibhirine praticava una vita di preghiera e di lavoro, come in tutti i monasteri del mondo che seguono la Regola di San Benedetto e il suo motto « Ora et Labora ». Viceversa, alcuni monaci della Comunità avevano istituito un Legame di Pace o « Ribât el Salam ». Per mettere alla prova la loro relazione con Dio nella e con la preghiera, questo « Legame di Pace » permetteva ad alcuni cristiani d’Algeria di incontrare dei musulmani, principalmente dei soufis.
Questo « Vincolo di Pace » o « Ribât el Salam » fu fondato dal Padre Rault e Christian de Chergé nel 1979, con l’aiuto dei Padri Bianchi. Il loro progetto comune : approfondire la propria vita spirituale in Algeria accogliendo quello che la loro fede in Gesù Cristo puo’ accogliere dell’esperienza religiosa dei loro amici musulmani. Ribât el Salam è il nome dell’Associazione che si crea cosi’ innanzitutto come cristiana. Significa Legame di Pace. Il monaster diventa il luogo regolare degli incontri, ogni sei mesi.
Un gruppo di Soufis che Frère Pierre aveva incontrato all’inizio, à Medea, domanda di entrare nel movimento. Facevano parte di un fruppo soufi, chiamato « Alouisme ». Venivano, dunque, nel primo pomeriggio di venerdi’, mentre il Ribât el Salam cominciava il giovedi’ sera e terminava il sabato mattino (tempo del week-end in Algeria).
Come ad Assisi il 27 ottobre 2011, si trascorreva la prima parte in silenzio nel salone della foresteria. In seguito, quando arrivava l’ora della preghiera dei musulmani, questi si ritiravano in un locale accanto per la loro preghier ufficiale, mentre i cristiani si rendevano alla cappella. Al loro ritorno, coloro che lo desideravano, potevano parlare della maniera in cui avevano vissuto nel loro quotidiano una parola che era stata scelta nella tradizione musulmana o cristiana durante l’incontro precedente.
Questo « Vincolo della Pace » aveva per fondamento la preghiera. Cosi’ si esprimeva il Priore di Tibhirine : « I richiami alla preghiera non potevano lasciarmi indifferente. Non c’è che Dio che possa chiamare alla preghiera. Qui, a Tibhirine, comprendo meglio che tutti sono chiamati, che l’uomo è stato creato per questa lode e questa adorazione. Ed è ben la preghiera che mi aiuta a dare a ciascuno dei miei fratelli il suo giusto posto, al di là di un vivere insieme che è spesso una messa alla prova. Essa mi permette di presentire meglio le convergenze, nonostante la distanza, e le complementarietà malgrado le differenze » ( L’invincibile speranza, p. 172-173 ).
Vedere « Servizio nationale per le Relazioni con l’Islam (SRI) della Chiesa di Francia » : http://www.relations-catholiques-musulmans.cef.fr/home
« Piccolo Trattato dell’incontro e del Dialogo », leggere il punto di vista di Mons. Claverie.
"Ribât el Salam" : leggere l’intervista a Mons. Claude RAULT, vescovo di Laghouat (Algeria)